Categoria: Gallura

Guida su come arrivare e partire in Sardegna (in nave e aereo)

Puoi prendere l’aereo o la nave per tornare in Sardegna o uscire dalla Sardegna?
Sì, ma a certe condizioni.
Cosa devi fare quando torni in Sardegna?
Segnalarlo alla Regione e andare in isolamento per 14 giorni.

Qui trovi l’elenco delle cose che si puoi fare in Sardegna con l’emergenza Coronavirus.

Che cosa devi fare per arrivare in nave e aereo in Sardegna (e partire) da lunedì 16 marzo al 25 marzo; oggi, domenica 15 marzo, ti basta mostrare il biglietto già acquistato.

Prima di tutto, puoi arrivare (o partire) solo per tre ragioni:
1 – comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità;
2 – spostamenti per motivi di salute (porta sempre con te tutti i documenti e i certificati)
3 – rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza

Per poterlo fare, devi compilare una domanda online da inviare alla Regione Sardegna.

Questo è il link che devi aprire sul tuo smartphone o il tuo pc
https://bit.ly/2U5gA3K

Devi inserire i tuoi dati, le ragioni del viaggio, il giorno, la tratta, la compagnia; devi inserire una foto del tuo documento d’identità.

Se torni in Sardegna, devi andare in isolamento fiduciario per 14 giorni e – nel modulo online – devi segnalare la tua presenza in Sardegna inserendo anche il tuo luogo di residenza e il numero del tuo cellulare.

Se sei già tornato in Sardegna da giorni o settimane e hai dimenticato di segnalarlo alla Regione, fallo subito e vai in isolamento fiduciario per 14 giorni!

Questo è il link con il modulo online che devi compilare e inviare
http://bit.ly/2U8uthp  

Ricorda che se vuoi prendere l’aereo, dal lunedì 16 marzo le tratte disponibili sono quelle tra Cagliari e Roma Fiumicino e tra Cagliari e Milano Linate e viceversa con la compagnia aerea Alitalia.

Questo è il numero di Alitalia da fare per avere informazioni: 06.65859515, attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Oppure il numero verde 892010.

La domanda online per poter partire dalla Sardegna o per tornarvi va inviata (almeno) 48 prima della data della tua partenza.

La Direzione regionale della Protezione civile esaminerà la pratica e ti risponderà con un sì o in no alla mail che hai indicato.

Quando arrivi al porto o all’aeroporto, devi presentare una copia dell’autorizzazione al personale che fa i controlli.

Questa disposizione è valida sino al 25 marzo ed è contenuta nell’Ordinanza del presidente della Regione Sardegna numero 9 del 14 marzo 2020 a seguito del decreto del ministro dei Trasporti del 14 marzo con cui si chiudono porti, tutti, e aeroporti, eccetto quello di Cagliari, al traffico passeggeri).

Quando ti sposti tra il porto e l’aeroporto e casa tua, devi avere l’autocertificazione. 

Puoi scaricare e stamparla andando su questo link:
http://bit.ly/2vnwRsh

Supermercati e ipermercati di Olbia sempre aperti, anche di domenica

I supermercati e gli ipermercati di Olbia resteranno sempre aperti, anche di domenica, e saranno sempre riforniti. Ho chiamato i punti vendita ottenendo una una risposta netta e corretta: “Restiamo aperti, come prevede il decreto del presidente del Consiglio”.

Aperti i punti vendita Conad, i Dettori Crai, i Romagnolo, il Superpan, i Simply.

Aperti anche gli ipermercati Conad dell’ex Iperstanda ed ex Auchan di Città Mercato. Su quest’ultimi due non ci sono dubbi. Il decreto del presidente del Consiglio dell’8 marzo – ripreso in toto da quello del 9 marzo che estende le misure restrittive del nord Italia a tutta l’Italia – dice, all’articolo 1, comma 1, lettera r  – che “nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati” ma che “la chiusura non è disposta per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari, il cui gestore e’ chiamato a garantire comunque il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro”.

Chiusi i negozi (di vario genere) delle gallerie degli ipermercati, ma non l’area alimentare, dunque.

 

Coronavirus, le cose che possiamo fare nella vita quotidiana a Olbia e in Gallura

Da oggi, 9 marzo, con la pubblicazione del decreto del presidente del Consiglio Conte contro il Coronavirus, la vita di noi italiani è radicalmente cambiata. Ecco le cose che possiamo fare nella vita quotidiana a Olbia e in Gallura da oggi fino al 3 aprile.

Posso andare da Olbia ad Arzachena o in altri centri per motivi di lavoro?
Sì, sia che io sia dipendente che libero professionista. Ma devo avere con me l’autocertificazione, che posso scaricare dal ministero dell’Interno a questo link: https://bit.ly/337rU3k

Posso andare da Telti a Olbia o in un altro paese per motivi di salute?
Sì.

Posso andare da Olbia in un altro paese per trovare parenti o amici?
No.

Posso andare in un altro paese per prendermi cura dei genitori anziani?
Sì.

Posso andare in un altro paese per prendermi cura dei nipoti visto che i genitori lavorano?
Sì.

Posso spostarmi in macchina dal mio paese o dalla mia città per altre ragioni?
Sì, ma solo per “situazioni di necessità”. E su questo punto, sono possibili più interpretazioni; è dunque auspicabile la pubblicazione di una circolare esplicativa da parte del ministero dell’Interno

Posso prendere un aereo o una nave in uscita da Olbia?
Sì, ma solo per i motivi di lavoro e salute.

Posso andare a fare la spesa nel mio luogo di residenza o di domicilio?
Sì.

I negozi restano aperti?
Sì, sempre, ma i commercianti devono fare in modo che non si creino assembramenti: devono far entrare le persone poco all volta e garantire un metro di distanza tra gli uni e gli altri.

I rifornimenti ai negozi alimentari sono garantiti?
Sì, sempre.

I centri commerciali di Olbia restano aperti?
Sì, ma i negozi non alimentari chiudono i giorni prefestivi e festivi. La zona alimentare resta sempre aperta, anche sabato e domenica. Aperta anche la parafarmacia.

Posso fare le altre attività quotidiane?
Sì, ma i gestori dei locali devono evitare gli assembramenti e mantenere la distanza minima di un metro tra le persone.

Bar e ristoranti restano aperti?
Sì, dalle ore 6 alle ore 18.

Posso andare in palestra o in piscina?
No, le strutture sono chiuse fino al 3 aprile.

Posso andare al Fausto Noce o a fare sport all’aperto?
Sì, ma bisogna mantenere sempre la distanza di un metro gli uni dagli altri.

Le scuole sono chiuse?
Sì, sino al 3 aprile.

Posso andare al cinema?
No, sono chiusi.

Posso lavorare da casa?
Sì, ma solo se l’azienda lo concede su sua iniziativa o su richiesta.

Sorpasso storico, Arzachena ha più abitanti di Tempio

È successo qualcosa di storico, nel senso pieno della parola. Arzachena ha superato Tempio come numero di abitanti, 13.833 contro 13.812, ed è diventato il secondo comune della Gallura dopo Olbia. Il sorpasso è avvenuto nello scorso mese di agosto, ma è diventato di dominio pubblico solo ora, con l’aggiornamento del sito ufficiale dell’Istat.

È successo qualcosa che è destinato a cambiare la geopolitica della Gallura, della Sardegna, perché il potere si concentra sempre di più sulle coste, ma più ancora qualcosa che riscrive profondamente la storia. Arzachena esattamente 100 anni fa era sotto Tempio, come buona parte della Gallura: come Palau, come Telti, come Loiri, come Aglientu, come Luogosanto. Tempio era il secondo comune più esteso d’Italia, dopo Roma. Tempio era il centro politico, economico, culturale, della Gallura. Era stata capuoluogo della provincia di Gallura, era la città natale di Giacomo Pes, unico viceré sardo della storia ed erede della famiglia che dalla metà del Settecento – rappresentata dal poeta Gavino Pes, don Baignu – possedeva i terreni di Monti di Mola, la futura Costa Smeralda.

Tempio aveva 6.483 abitanti, come dice il censimento del 1911. Arzachena – o meglio, Santa Maria d’Arzaghena – aveva 2.925 abitanti, e di questi ben 2.126 vivevano negli stazzi. Ben il 72 per cento della popolazione viveva negli stazzi, dunque. Arzachena era campagna, era quel sapore di terra che tutta la Gallura aveva. Era, per usare le parole di alcuni cittadini, lu pasturiu.

Chi, allora, poteva pensare che un giorno – e neanche lontano, perché 100 anni in termini storici sono pochissimo tempo – Arzachena avrebbe superato Tempio? Chi poteva immaginare che i pastori sarebbero diventati i cittadini di un paese ricco, uno dei più ricchi d’Italia? Pochi, pochissimi. Uno di questi era Michele Ruzittu, maestro, sposato con una donna di Telti, altro piccolissimo centro di contadini e allevatori sparsi negli stazzi sotto Tempio.

Lui avviò la lotta per l’autonomia di Arzachena, e con Arzachena di tutti quei centri che sentivano il centro del comune lontano, fisicamente e politicamente. Lui è il padre dello straordinario successo dei pastori degli stazzi d’Arzaghena alle elezioni comunali del 20 luglio del 1914: suo fratello venne eletto sindaco di Tempio, suo fratello e tutti i consiglieri arzachenesi eletti arrivarono a cavallo a Tempio, il 6 agosto, per prendere possesso del potere. Lui pensò, e lo scrisse, che un giorno Monti di Mola avrebbe potuto essere un centro turistico. Lui aveva studiato, sapeva leggere e scrivere e anzi insegnava a leggere e scrivere. Era di famiglia benestante, eppure era popolare: Arzachena era tutto, per lui, e Telti era il posto in cui amava stare di più. Negli stazzi, tra gli stazzi, tra il popolo.

Cento anni dopo, questo sorpasso è anche merito suo, della sua volontà, della sua visione. Ed è merito di un’economia – creata dall’Aga Khan e dal Consorzio Costa Smeralda e poi, a cascata, da tanti altri imprenditori e lavoratori –  che ha fatto, e fa, di Arzachena un centro in cui trovare un lavoro, una nuova opportunità di vita, una terra promessa. Arzachena il paese accogliente, il paese della Costa Smeralda, ma rimasto profondamente e orgogliosamente gallurese. Conosciuto in tutto il mondo per Porto Cervo e il Cala di Volpe, ma felice di restare nei propri stazzi. Quelli da cui, un secolo fa, tutto cominciò

Guido Piga